Così 65.
esce e s'accovaccia gatto
il cuore a dondolo filato dal vento
cui hai lasciato ferri
per costruirsi maglioni verdi
attilati
amorosi
soffochi
66.
secchezza mattutina batte sfiatando la piana
sorvolano impiccati all’orizzonte brividi raggi
nessun silenzio mi ha mai attratto tanto
67.
Hai ancora capelli furtivi
ricordi il legno arrampicato giovane sui rami
ieri
ho il tuo profumo sparso
68.
In punta di piedi si entra//senza far la fila//senza dover sbrodolarsi//imboccarsi coi forsecucchiaio//col pannolino//stiamo in fila uguale//davanti all'ondato//che ci pettina il canto.
69.
fumo arremba narici
cronico lesbismo di fori
inseguono starnuti lentigginosi: il suo suono /suosuono/
stesa sul divano, pattume di pelli e peli
io davvero non ho occhi adatti a quest'abitare
58.
il caldo inverno dell’amore vado obbedendo
i tuoi seni di malinconia
come isole di carne
approdo
55.
danneggia con iperboli di paura
dietr’angolati spaventi il dentro mi scova
è luminosa memoria a darmi volume
mentre scendo le scale sono già sceso
ho incontrato sulla porta il ricordo di essere sparito
47.
ogni cosa ha il suo pianto
che nel bicchiere si rompe
e nel vino si riempie
nella pozzanghera asciuga nel sordo si tocca
ogni bava di ragno è prigione di mondi segreti
quando fui vento ne vidi i boschi
e le paurate spiagge sollevarsi brindando
35.
il trono d’amore ha scettri d’anice
sepolto in cripte a cui il tempo disordinò le durate
di tutto questo miracolo del distrarsi
s’agghinga il topazio celeste
26.
spesso il cielo si organizza
24.
la luce depone il suo elmo di sera
il coraggioso piede attraversa la gotica linea dell’uscio
l’ultimo ossigeno d’esterno sul pianerottolo s’arrende
eccoci coppia lei china sull’àncora dei figli
ma ricca da spremere come buccia di sorridente abitudine
(lo scivolo della noia è il miracolo dei vinti)
siedo fuori di me
dalla gioia
20.
le sopaccigliate domande anticipate
come prati me le hai tosate
e io rimango
vittima della tua noia colposa e felice
21.
comandanti a cui nessuno obbedisce
dalle cui bocche e attraverso le cui gole
per i cui denti tra i cui sbadigli
nelle cui braghe l’ozio delle memorie
il vizio delle amnesie
l’amputazione delle lacrime
il tracimamento dei dialetti
l’occultazione della paura
sgorgano come premianze
additate com’eccellenze
pullulano come orefizi
e fetusano come smerdaccia
18.
la nostra vita è di un buio abbagliante